Ho la testa occupata da Lacan e Cioran.
A tratti mi sembra di trovare la verità. Poi mi accorgo che mi basterebbe annusarti di nuovo. E trovarla lì la verità. O forse vederne l'ombra ed essere ingannata come nella caverna. Non lo so. Sono un mucchio le cose che non so. I sentimenti che non so. Le mani, i piedi, gli occhi che non so. Perdo aderenza con la realtà, a volte. Avete mai provato a staccarvi dal corpo la colla che vi tiene ancorati al mondo? Non è difficile. Rimane un po' sotto le unghie ma è un rischio da correre.
Cos'ha di speciale Baudelaire? Mi ero dimenticata di averlo scritto sul libro di letteratura italiana. In quattordici anni non sono riuscita a darmi una risposta. Eppure di tempo da perdere ne ho avuto. Di quando non temevo l'urto. O di annegare. O di far cadere qualcosa. Quando ancora non guardavo all'amore come a un incontro tra domanda e offerta. Tra domande che sfumano e qualche rimpianto mollato nel cuore. Mentre su
un altro albero incido la forma dei tuoi denti. I tuoi morsi. La
morsa al cuore. La stretta forte. E la differenza tra gli incassi e le spese. Non tutti possono mangiare le farfalle.
Pensi ancora al tuo futuro? - mi hai chiesto. Per ricordarmi di te stavo dimenticandomi di me - penso.
Guardo i film in ritardo rispetto alla
loro programmazione. È uno sfasamento temporale che mi dà un certo
gusto, così posso parlare di situazioni inattuali che la maggior
parte delle persone non sa, non ricorda.
E rifletto: sulle insicurezze, sulle infedeltà, sui bisogni di
rassicurazione che ognuno ha, sulla necessità di avere un posto dove
stare, dove sentirsi. Non è così stupida l’epica del
marine.
Io tento di
amare moderatamente, senza esagerare ma poi non riesco a rifuggire
gli amori densi.
Allora, ancora una volta, mi scollo.